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L’economia della Ciambella

L’economia della Ciambella

Una vera e propria ancora di salvataggio per affrontare la crisi economica ed ambientale

 

Ideata da Kate Raworth, ricercatrice all’Istituto del Cambiamento Climatico di Oxford, la cosiddetta “economia della ciambella” sembra essere una vera e propria ancora di salvataggio per affrontare la crisi economica ed ambientale.

Un nome bizzarro, ma che racchiude in sé la sfida di riformulare totalmente il nostro approccio alle risorse che il Pianeta ci mette a disposizione, al fine di trovare un reale equilibrio tra i nostri bisogni economici effettivi e quelli del nostro ecosistema.

Nel suo libro “L’Economia della Ciambella”, Kate Raworth ci accompagna in un percorso di consapevolezza sulle azioni da mettere in pratica per raggiungere il risanamento dell’economia globale con un approccio assolutamente contemporaneo, che spezza totalmente ogni modello economico esistente.

Grazie alla proposta di una alternativa realmente rivoluzionaria al paradigma della crescita economica sregolata, la ricercatrice britannica è stata inserita da The Guardian tra i primi dieci personaggi più innovativi del suo settore.

Kate Raworth

Ma cosa serve realmente all’essere umano per vivere bene e come è possibile ridurre lo spreco delle risorse fornite dalla Terra affinché si riesca ad evitare il collasso ambientale?

Queste domande poste dall’autrice sono più attuali che mai.

Covid e nuova economia

Lo sappiamo: la terribile emergenza sanitaria legata alla diffusione della malattia da coronavirus (Covid-19) ha avuto un impatto enorme sulle comunità di tutto il mondo, destabilizzando intere Nazioni non soltanto a livello psicologico, ma anche a livello economico.

Economisti ed istituzioni di tutto il mondo sono già attivamente a lavoro per ideare, proporre e collaudare nuovi modelli che possano risanare in modo concreto l’economia globale non appena le condizioni sanitarie mondiali diverranno meno critiche.

Infatti, se è vero che il tipo di economia prevalente al giorno d’oggi si è rivelato valido nell’aiutare miliardi di persone a migliorare le proprie condizioni di vita nel corso dell’ultimo secolo, è altrettanto vero che il modello attuale ha rappresentato un danno enorme nei confronti della natura e del sistema sociale globale.

Si pensi ad esempio all’inquinamento, ai cambiamenti climatici in atto, alla riduzione drastica della biodiversità ed al livello sempre più preoccupante della diseguaglianza sociale che possiamo osservare al giorno d’oggi.

È chiaro che qualcosa non funziona e che è necessario un vero e proprio “upgrade” ad una economia innovativa, che sia realmente attenta alle esigenze del XXI secolo.

Per fare questo salto di qualità, Kate Raworth smonta pezzo per pezzo tutte le nostre certezze economiche, a partire dalle teorie economiche dell’Ottocento, per dare vita ad un nuovo sistema.

Formazione – Photo Credit Canva Pro

Economia della ciambella: miraggio o realtà?

 

Ovviamente, ipotizzare un cambiamento drastico nella ridistribuzione dei compiti e delle risorse del Pianeta non è impresa semplice.
Tuttavia, il “guanto di sfida” è stato accolto con entusiasmo dalla città di Amsterdam, che lo scorso anno ha dichiarato la sua intenzione di voler intraprendere la strada proposta dalla Raworth tentando l’allontanamento dalla crescita economica spropositata per abbracciare un modello che rispetti maggiormente le risorse e l’equilibrio del Pianeta.

Ed è proprio ad Amsterdam, infatti, che la ricercatrice ha potuto creare una prima rete di studiosi presso la locale Università di Scienze Applicate, per convogliare attivamente l’operato di associazioni, enti ed aziende verso un nuovo modello economico.

Nel concreto, il gruppo di circa trenta studiosi organizzato dalla Raworth ha stilato un piano d’azione da qui al 2025 che prevede importanti cambiamenti nella gestione della città, come ad esempio l’utilizzo di materiale di recupero e riciclato nel settore edile con il fine di dimezzare entro il 2030 il consumo di materie prime.

 

Diagramma dell’economia della ciambella

A colpo d’occhio, la soluzione proposta da Kate Raworth potrebbe sembrarci quantomeno “enigmatica”. Del resto, riuscire a conciliare in un solo diagramma concetti economici, sociali ed ambientali così complessi non è affatto un’operazione semplice!
Eppure, basta approfondirne la lettura per apprezzare la validità del sistema proposto ed iniziare a porci alcune domande essenziali.

È possibile ricreare un equilibrio organico tra le nostre esigenze e le risorse del Pianeta?

Per liberarci dalla nostra dipendenza dal capitalismo sfrenato e per riprogrammare il nostro approccio al denaro e alla distribuzione delle risorse è necessario, secondo Kate Raworth, individuare i presupposti per un’economia circolare, al fine di garantire a ogni essere umano una vita soddisfacente e prosperosa.

Interpretare la ciambella

Il primo anello della ciambella rappresenta lo standard minimo necessario perché si possa condurre una esistenza dignitosa: l’accesso alle risorse primarie come cibo, energia, acqua pulita, la presenza di alloggi per tutti con condizioni igienico-sanitarie consistenti, la possibilità di ricevere istruzione e cure, di esercitare i propri diritti politici, di avere reddito, di lavorare senza essere sfruttati.
Queste condizioni sociali ed economiche sono alla base dell’obiettivo di sviluppo sostenibile. Idealmente, le società che non raggiungono tali requisiti vivono all’interno del “buco” della ciambella.
L’anello esterno, invece, rappresenta il confine ecologico da rispettare per non danneggiare clima, suolo, oceani, strato di ozono, acqua e biodiversità.

Tra questi due anelli troviamo la “ciambella” vera e propria, che rappresenta quel “luogo” ideale in cui sono soddisfatte le esigenze di tutti, a partire da quelle individuali, per poi comprendere quelle collettive e, in ultimo, quelle del Pianeta.

In conclusione

Nel suo libro, la ricercatrice fissa al 2050 il traguardo di costruire città a impatto zero fondate su un approccio economico che si trasforma dall’attuale “to grow” (crescere) ad un più completo “to thrive” (fiorire, prosperare) sull’assunto che il benessere ha molte più sfaccettature del semplice rispondere al bisogno di consumo.

“Non esiste nulla, in natura, che cresca in maniera indefinita, qualsiasi cosa nasce, cresce ed è destinata a maturare. Solo il nostro modello economico si appoggia sull’idea che il PIL globale debba salire per sempre, mentre le nostre risorse restano limitate” Kate Raworth, “L’Economia della Ciambella”.

 

Dopo aver fatto piazza pulita di teorie che, pur risalendo all’Ottocento continuano a essere insegnate ancora oggi, Raworth ci offre un modello che attinge direttamente dalle nuove conquiste dell’economia comportamentale, ecologica e femminista, rappresentando una vera e propria spinta alla riformulazione del nostro approccio alla vita stessa e dandoci la possibilità di imparare a pensare come economisti del XXI secolo.

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